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L’influenza della Realtà Aumentata sul comportamento umano

L’influenza della Realtà Aumentata sul comportamento umano

Il comportamento umano è condizionato dalle percezioni e da ciò che viene rilevato attraverso i sensi: è così che l’uomo intercetta la realtà. Il cervello, però, non è in grado di distinguere, in modo del tutto cosciente, ciò che è reale da ciò che è virtuale; cioè, messi davanti ad un esempio di realtà aumentata, l’uomo è in grado di capire che si tratta di finzione, ma la nostra parte primitiva non ci permette di esserne del tutto cosciente.

La vita artificiale

La tecnologia ha spostato molto avanti la linea delle opportunità da sfruttare; nei laboratori più avanzati essa ha raggiunto livelli sorprendenti, come la creazione di soggetti finti dall’intelligenza artificiale. Queste nuove invenzioni hanno cambiato, in modo significativo, il comportamento e la comunicazione tra le persone, introducendo nuove possibilità e nuove realtà.

Si tratta di entità innovative, non realmente presenti nel mondo, ma che vengono create da tecnologie avanzate; esse appaiono negli schermi, come giochi o come strumenti utili a fornire supporto, utilizzano le parole e i gesti per comunicare con gli utenti. Questi ultimi hanno la possibilità di vedere tali entità e di interagire con esse.

Tra le cose più sorprendenti vi è il fatto che questi soggetti sono in grado di riconoscere le nostre espressioni del viso, di registrarle e di rispondere di conseguenza, come se fossero dei veri esseri umani. L’uomo, con una prima superficiale analisi, non dovrebbe essere condizionato da questi elementi artificiali, proprio perché consapevole del fatto che non sono reali; eppure, da diversi studi, è emerso che egli è influenzato e vincolato nelle sue risposte e nel suo comportamento, esattamente come se stesse parlando con una persona in carne ed ossa. Si tratta di “inibizione sociale”, ovvero quel fenomeno che modifica i comportamenti quando si è in presenza di altri. Questo ci dimostra quanto la realtà aumentata sia pervasiva e potente per l’essere umano.

realtà aumentata e comportamento umano

Nel mondo virtuale siamo le stesse persone della vita reale?

Per rispondere a questa domanda dovremmo provare a spiegare come le persone reagiscono quando sono poste all’interno di un contesto virtuale rispetto ad uno reale, in cosa questi differenziano. A tal proposito parliamo di uno studio sullo “sbadiglio contagioso”, pubblicato su “Scientific Reports” condotto dall’University of British Columbia. Normalmente, quando vediamo qualcuno sbadigliare, siamo anche noi spinti a farlo, però se siamo in presenza di altri soggetti, tendiamo a reprimere questo impulso. Lo studio prevedeva che le persone venissero inserite in un contesto virtuale, dove da uno schermo venivano riprodotte le immagini di qualcuno che sbadigliava ripetutamente. Quello che è stato osservato è che la frequenza dello “sbadiglio contagioso” è aumentata del 38%, rispetto a quando siamo di fronte a qualcuno che ci osserva: tutti erano immuni dallo sguardo sociale virtuale, ciò che nella vita reale li condizionava, non ha sortito lo stesso effetto nel contesto virtuale. 

Però, dallo stesso studio, è emerso che, se le persone erano coscienti della presenza di qualcun altro nella stanza, anche se immersi nel mondo virtuale, quindi non potendo vedere i soggetti, questi, azzeravano completamente il numero di sbadigli. “Il nostro studio dimostra che le persone rimangono sensibili ai fattori sociali del mondo reale anche quando sono immersi nella VR e non possono più percepirli” dice Andrew C. Gallup, uno degli autori dell’esperimento. Possiamo, quindi, affermare che il mondo reale continua a tenerci ancorato a sé anche quando siamo immersi in un contesto virtuale; questo è sicuramento un aspetto positivo.

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