Internet of Things è l’espressione utilizzata ormai da qualche anno per definire la rete delle apparecchiature e dei dispositivi, diversi dai computer, connessi a Internet. Alcuni esempi sono le automobili, i sensori per il fitness, radio, impianti di climatizzazione, ma anche pezzi d’arredamento, elettrodomestici, lampadine, telecamere, container per il trasporto delle merci.
Insomma qualunque dispositivo elettronico equipaggiato con un software che gli permetta di scambiare dati con altri oggetti connessi.
L’ obiettivo degli oggetti connessi è, in generale, quello di renderci la vita più facile e veloce automatizzando processi o mettendoci a disposizione informazioni a cui prima non avevamo accesso.
Qualche esempio? La strada intelligente, o smart road, in grado di dialogare con le auto, con i semafori e con la segnaletica al fine di ottimizzare i flussi di traffico, ridurre l’inquinamento e i tempi di percorrenza.
I termostati intelligenti sono in grado di imparare orari ed esigenze e di scegliere la temperatura adatta per ogni momento, arrivando a far risparmiare fino al 20% di energia. Inoltre, è possibile comandarli a distanza tramite smartphone, accendendo l’aria condizionata o il riscaldamento poco prima di tornare a casa.
Da una parte, l’AR collega universo fisico e contenuti digitali. Con l’AR, infatti, interagiamo direttamente con gli oggetti attivandone i contenuti digitali ad esso associati, ottenendo le informazioni migliori per il tipo di azione che vogliamo compiere. Questo accade grazie all’overlay (sovrapposizione), ossia un sistema che riconosce e attiva un nuovo livello di comunicazione che si integra (o si sovrappone) perfettamente alla realtà, ma che in più potenzia e aggiunge dettagli in relazione a quell’oggetto.
Dall’altra, l’oggetto IoT è intelligente, autonomo e può fornire informazioni in maniera pro-attiva in modo da accelerare il loro flusso e la loro ricezione.
Di conseguenza, Internet delle Cose, unito all’AR, permette di collegare il mondo fisico e digitale nella sua interezza, fornendo nuove opportunità e agevolazioni.
Tuttavia, le parole non possono descrivere a pieno le potenzialità e le possibili applicazioni di tale assortimento. Ecco perché, come sempre, vi forniremo alcuni esempi.
Recentemente è stato pensato di applicare Internet delle cose ai vigneti. In particolare, si vorrebbe creare un sistema che controlli tutte le fasi del ciclo colturale, della vita e della vinificazione. Questo permetterebbe di gestire i vigneti al meglio e ridurre l’impiego degli agro-farmaci.
Immaginate di poter monitorare tutto quello che avviene tra i filari dei vostri vigneti (anche se ubicati in appezzamenti diversi) e in cantina durante le fasi della vinificazione grazie all’Internet delle cose. Come?
Si potrebbe creare un sistema di sensori collegati tra loro senza fili che raccolgono una quantità notevole di dati e convogliati in una piattaforma web, la quale elaborerà e fornirà ai tecnici informazioni, allerte e suggerimenti per la gestione degli impianti e delle operazioni di vinificazione.
Tale applicazione non è stata solo pensata, ma anche discussa lo scorso 7 giugno in un seminario dedicato durante la Nova Agricoltura in Vigneto ed ha riscontrato un discreto successo.
In questo campo, la realtà aumentata può aiutare a livello di immagine le etichette dei vino-cultori, permettendo ai consumatori di seguire comodamente da casa tutte le fasi produttive del vino.
Basta soltanto posizionare dei sensori tra i filari che raccoglieranno i dati dentro un cloud. I dati verranno elaborati da un software e infine forniranno una serie di informazioni sulle caratteristiche del vino. Potrebbero anche fornire informazioni fondamentali per ottimizzare la coltivazione di uva da tavola, come irrigazione, fertilizzazione e i trattamenti assunti contro le avversità climatiche.