Negli ultimi tempi, aziende e team di sviluppo tecnologici stanno facendo grossi passi in avanti per quel che riguarda le esperienze in realtà virtuale (VR) e aumentata (AR), in particolare per quanto riguarda i contenuti visivi e audio. Tuttavia, l’offerta di ricche sensazioni tattili continua a essere una sfida importante e aperta.
I consumatori vorrebbero sempre più soluzioni robuste e integrate che non richiedano dispositivi aggiuntivi o limitino la libertà di movimento. Sebbene esistano approcci più sofisticati (ad esempio, esoscheletri, giubbotti tattili…), questi non hanno ancora visto un’adozione anche modesta da parte dei consumatori.
In futuro sarà possibile baciarsi nel regno virtuale. La nuova tecnologia di visori per realtà virtuale (VR) è pronta per ricreare le sensazioni nel metaverso.
E’ quanto annunciato da un’equipe di scienziati della Future Interfaces Group della Carnegie Mellon University della Pennsylvania che ha modificato un visore “Quest” per trasferire le percezioni tattili fino alla bocca, una delle parti del corpo più sensibili, seconda solo alla punta delle dita.
Gli scienziati hanno modificato il visore per realtà virtuale, creando un prototipo “Oculus Quest 2”, adattandolo alla tecnologia aptica, ovvero che simula il tocco applicando forze, vibrazioni, movimenti, offrendo l’opportunità di stimolare una varietà di sensi e quindi anche far vivere in maniera reale un bacio.
L’IMPORTANZA DELLA BOCCA
I ricercatori hanno spiegato che fino ad oggi la bocca è stata ampiamente trascurata come bersaglio aptico nella sua rappresentazione tattile in VR e realtà aumentata (AR).
A parte i controller portatili che occasionalmente vibrano, la maggior parte dei dispositivi di realtà virtuale ignora sensi come il gusto, l’olfatto e il tatto, concentrandosi invece su immagini e suoni.
Allo stesso tempo, altrettanto importante è la vicinanza della bocca alle cuffie, che offre un’opportunità significativa di attivare effetti aptici in bocca e all’interno della bocca, senza la necessità di far passare cavi o di indossare un accessorio aggiuntivo. I consumatori non vogliono coprire l’intero viso, né tantomeno mettere qualcosa contro (o dentro) la bocca.
Per quanto riguarda l’AR, l’industria si sta orientando verso fattori di forma simili a quelli degli occhiali, in modo da preservare il più possibile l’espressione facciale per la comunicazione uomo-uomo.
Anche per quanto riguarda la VR, la tendenza dei consumatori è quella di utilizzare cuffie più piccole, con la bocca esposta e libera.
Ma com’è possibile portare alla bocca sensazioni tattili tramite un visore VR?
La soluzione sta nei trasduttori a ultrasuoni, dispositivi che convertono l’oscillazione di natura elettrica in vibrazione meccanica grazie a delle ceramiche piezoelettriche speciali presenti al loro interno.
Andando ancor più nello specifico, il gruppo di ricerca ha utilizzato questo hardware per concentrare l’energia acustica trasportata dall’aria sulle labbra e nella bocca per simulare diverse sensazioni durante un’esperienza in VR, creando sensazioni come colpetti e vibrazioni continue, come quelle scaturite dal vento in faccia, dal lavaggio dei denti o da un bacio.
L’esperimento condotto dal team della Future Interfaces Group è stato incentrato su tre demo differenti: foresta, simulazione scolastica e gioco di corse.
I trasduttori possono fare di più che simulare un tocco delicato.
Oltre che sulle labbra, gli effetti possono essere percepiti anche sui denti e sulla lingua e, se abbinati a un feedback grafico coordinato, aumentano il realismo e l’immersione.
Hanno, inoltre, realizzato anche una serie di dimostrazioni sensoriali, tra cui gocce di pioggia,fumare una sigaretta, sentire la pioggia e il vento oppure bere una tazza di caffè o dell’acqua da una fontanella, schizzi di fango, un’escursione in una foresta spettrale in cui si possono sentire le ragnatele sul viso, una corsa in cui l’utente può sentire il vento in faccia e persino esperienze di consumo virtuale in cui cibo e bevande possono essere sentiti all’interno della bocca.
Al termine dell’esperimento, i partecipanti hanno compilato un sondaggio, il cui risultato finale ha dimostrato che l’aptica della bocca ha aumentato il realismo dell’immersione e altri fattori importanti nelle esperienze di realtà virtuale.
Sebbene l’aptica nell’aria con l’uso di phased array a ultrasuoni non sia una novità, il gruppo di scienziati è stato il primo ad aver integrato la tecnologia in una cuffia da usare sulla bocca e a esplorare il ricco spazio delle applicazioni.
Chissà se, come trapela da alcune indiscrezioni, attraverso questa tecnologia sarà possibile simulare il bacio in uno spazio condiviso online e addirittura creare la prima cabina per baci in realtà virtuale al mondo!
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